Palestrina (Giovanni Pierluigi da Palestrina)

Giovanni Pierluigi da Palestrina (Palestrina ?, …tra febbraio 1525 e 1526? – Roma, 2 febbraio 1594) è stato un compositore italiano del Rinascimento.

Biografia

Giovanni Pierluigi, noto anche come Giovanni Petraloysio, nacque presumibilmente a Palestrina, l’anticaPraeneste nei pressi di Roma. La data di nascita del compositore, uno dei massimi protagonisti dell’arte musicale del Rinascimento europeo, è stata proposta principalmente sulla base di un elogio che scrisse un giovane contemporaneo, Melchiorre Major, in cui affermò che al momento della morte Palestrina aveva 68 anni.

Palestrina svolse quasi tutta la sua attività musicale a Roma. Un documento del 1537 riporta il nome di «Joannem da Palestrina» tra i putti cantori della basilica di Santa Maria Maggiore, dove probabilmente studiò con i maestri allora in carica, un certo Robert e i francesi Robin Mallapert e Firmin Lebel.

Ebbe il suo primo incarico come organista della cattedrale di S. Agapito a Palestrina nel 1544; gli obblighi di questo suo primo contratto gli imponevano anche di insegnare il canto ai canonici e ai bambini cantori.

Il 12 giugno 1547 si sposò con Lucrezia Gori, da cui avrà i figli Rodolfo (1549–1572), Angelo (1551–1575) e Iginio (1558–1610).

Nel 1551 fu nominato magister cantorum in Cappella Giulia, succedendo a Mallapert, e dal 1553 magister cappellae.

Nel 1554 Palestrina pubblicò il suo primo libro di messe, dedicato al papa Giulio III e il 13 gennaio 1555 fu ammesso dal pontefice tra i cantori della cappella papale, senza chiedere il consenso ai cantori stessi, che al contrario erano particolarmente gelosi del loro privilegio. Giulio III morirà pochi mesi dopo, e il suo successore, Marcello Cervini, avrà un regno brevissimo.

Il nuovo papa Paolo IV, a settembre del 1555 costrinse alle dimissioni tutti i cantori sposati, tra cui Palestrina, concedendo però loro una pensione. Il mese successivo Palestrina fu assunto come maestro di cappella a San Giovanni in Laterano; lascerà quel posto nel 1560, portando via con sé anche il figlio Rodolfo che era cantorino del coro. Dal marzo 1561, trovò un nuovo impiego presso la Basilica di Santa Maria Maggiore.

Risale forse a questo periodo la composizione della famosa Missa Papae Marcelli, la cui importanza è legata alle riforme del Concilio di Trento.

Palestrina divenne intanto maestro del nuovo Seminario Romano nel 1566, riuscendo nel contempo a prestare servizio anche per il Cardinale Ippolito II d’Este (1 agosto 1567 – marzo 1571).

La sua fama di compositore, già largamente attestata dai contemporanei, gli procurò offerte di lavoro dall’aristocrazia sia italiana che straniera, alcune delle quali rifiutate; il duca Guglielmo Gonzaga fu tra i più grandi ammiratori e finanziatori di Palestrina, almeno dal 1568 sino 1587, anno in cui il duca morì.

Nell’aprile del 1571, alla morte di Giovanni Animuccia, tornò come maestro in Cappella Giulia, mantenendo quel posto sino alla morte.

Nel 1580 morì la moglie Lucrezia; Palestrina inizialmente chiese e ottenne di prendere la tonsura, ma pochi mesi dopo sposò invece una ricca vedova romana, Virginia Dormoli.

Giovanni Pierluigi da Palestrina morì il 2 febbraio 1594 e venne inumato nella Basilica di San Pietro; ai suoi solenni funerali parteciparono anche molti famosi musicisti del tempo.

Alcune considerazioni

Palestrina fu stimatissimo mentre era ancora in vita e le sue composizioni assursero a modello insuperato della polifonia vocale sacra rinascimentale che ebbe a Roma il suo centro di irradiazione. Fu anche un uomo dotato di grande senso pratico; grazie a una serie di scelte oculate e opportune, operate in momenti difficili della sua vita, condusse un’esistenza agiata.

Dotato di straordinario talento e fecondità di scrittura, fu autore di musica prevalentemente sacra(comprendendo praticamente quasi tutti i generi: messe, mottetti, lamentazioni, magnificat etc.), ma scrisse anche composizioni profane, come canzonette e madrigali.

Palestrina è ancora oggi tra gli autori più eseguiti nelle sedi concertistiche di musica antica.

La produzione di Palestrina

L’organico Vocale della cappella vaticana era al tempo più vasto di quello di altre chiese (nel 1594 era composto in tutto da 24 cantori), ma non si adottò l’uso di strumenti, fatta eccezione per l’organo.Il corpus musicale palestriniano fu scritto prevalentemente a Roma e per Roma soltanto, ad uso principalmente liturgico: per la Messa e l’Ufficio. Una buona parte della sua produzione viene fatta risalire al periodo del suo ultimo incarico nella Basilica di San Pietro in Vaticano.

Il linguaggio polifonico di Palestrina non si discosta tanto dalla maniera tradizionale dei maestri franco fiamminghi (nordici furono i suoi primi maestri a Roma).

L’arte contrappuntistica di Palestrina si sviluppa soprattutto in direzione dell’intelligibilità delle parole e di una sonorità ordinata in maniera da evitare l’enunciazione simultanea di testi diversi.

Per quanto riguarda l’andamento delle linee melodiche, è evidente l’influsso del canto gregoriano. In questo senso, si può dire che il compositore applica le regole del Concilio di Trento.

Nella grande mole dei mottetti palestriniani spicca tra tutti, per la sua intensa espressività, l’intonazione del salmo 137 Super Flumina Babylonis.

Alcune delle messe del Palestrina sono comprese nel libro corale Missarum – Liber Tertius.

Tra i compositori della cerchia romana che colsero il rigorismo tecnico del contrappunto di Palestrina vanno ricordati il suo discepolo Giovanni Maria Nanino(15431607), Francesco Soriano (15481621) e Felice Anerio (15601614). Per l’alta qualità della sua produzione spicca tra tutti lo spagnolo castigliano Tomás Luis de Victoria (15481611), mentre tra i più autorevoli interpreti di Palestrina ancora oggi in vita è considerato Domenico Bartolucci (1917).

Composizioni più importanti

104 messe 375 mottetti Magnificat, Lamentazioni di Geremia 42 madrigali spirituali 91 madrigali profani 68 offertori

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